Crollo dei mercati: quali sono i motivi per cui avviene?

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Crollo dei mercati: che cosa significa e quali sono i motivi

Il crollo dei mercati è un argomento che in diverse occasioni è finito al centro dell’attenzione specialmente per via dei problemi che comporta quando succede. L’occasione più recente è stata quella dello scorso Agosto, quando i mercati globali hanno ricevuto una discesa molto brusca per via dei timori degli stessi investitori di una recessione negli Stati Uniti. I titoli nel giorni di pochi giorni sono scesi in modo davvero molto brusco.

Ma entriamo nel particolare, in questo determinato Venerdì, gli investitori sono stati presi di mira dai dati sui salati non agricoli di Luglio, un dettaglio che ha di fatti provocato il crollo del mercato. Di fatto, l’indice Morning Global Markets è sceso del 2% e poi con il passare del tempo è sceso del 9%. Ad averne parlato è stato Steven Bell, il capo economista di Columbia Threadneedle, che ha spiegato come: “I deboli numeri del mercato del lavoro statunitense hanno generato il timore diffuso che gli Stati Uniti si stiano avviando verso la recessione. I dati hanno fatto scattare la “regola di Sahm”, un indicatore che si è rivelato accurato nel prevedere le recessioni e la loro tempistica”.

Per intenderci, la regola vuole che se la media trimestrale del tasso di disoccupazione statunitense aumenta dello 0,5% rispetto a quella che è la media trimestrale più bassa dell’anno precedente, inizia una recessione. Sempre sull’argomento si è soffermato Rob Morgan, capo analista degli investimenti di Charles Stanley, che ha spiegato come i dati sui posti di lavoro sono solo un di più a quella che è la preoccupazione economica. E prosegue spiegando: “Anche altri dati sono stati deludenti. Si teme che l’industria manifatturiera si stia indebolendo e che i consumatori statunitensi stiano per toccare gli ammortizzatori di spesa perché hanno esaurito il loro accumulo di risparmi post-Covid”.

Ora la domanda che occorre farsi è la seguente: perché in questa situazione legata al crollo dei mercati, sono state coinvolte le criptovalute? E’ bene sapere che i fattori chiave di quelli che sono i cambiamenti del mercato sono il dollaro USA e lo yen giapponese. Per intenderci i trader hanno potuto prendere i prestito lo yen che fino a poco tempo prima era ai minimi e investire in attività denominate in dollari come ad esempio quelli che sono i titoli tecnologici e le obbligazioni statunitensi.

E’ un processo che si conosce come carry trade e che fino a questo venerdì cosi famoso aveva retto, insomma fino a quando il dollaro è poi crollato a causa di quelli che sono i timori per l’economia statunitense. Quindi, da un lato sempre restando in tema di crollo dei mercati, è possibile che si assisterà alla Federal Reserve pronta a tagliare quelli che sono i tassi di interesse in modo più rapido rispetto al previsto. E allo stesso tempo anche la Banca del Giappone ha sottolineato come lo yen ha aumentato quelli che sono  tassi di interesse per la seconda volta nel corso di questo passato anno, un dettaglio che mette sotto pressione il dollaro.

Insomma con il termine crollo del mercato non si fa altro che fare riferimento ad una rapida e delle volte anche inaspettata caduta di quelli che sono i prezzi delle azioni. Per capirci bene, in linea di massima si tratta di un calo che si aggira intorno al 10% di una borsa valori o anche di un indice in un solo giorno o nell’arco di alcuni giorni. Questo crollo del mercato azionario può andare avanti in modo temporaneo con i prezzi che si riprendono dopo giorni o settimane. Oppure può anche essere il segnale di un inizio di un problema ancora più lungo che va avanti per mesi o per anni.

Crollo dei mercati: quali sono le cause e cosa fare per proteggersi?

Il crollo dei mercati è un argomento che in diverse occasioni è finito al centro dell’attenzione specialmente per via dei problemi che comporta quando succede. L’occasione più recente è stata quella dello scorso Agosto, quando i mercati globali hanno ricevuto una discesa molto brusca per via dei timori degli stessi investitori di una recessione negli Stati Uniti. I titoli nel giorni di pochi giorni sono scesi in modo davvero molto brusco.
Ma entriamo nel particolare, i questo determinato Venerdì, gli investitori sono stati presi di mira dai dati sui salati non agricoli di Luglio, un dettaglio che ha di fatti provocato il crollo del mercato. Di fatto, l’indice Morning Global Markets è sceso del 2% e poi con il passare del tempo è sceso del 9%. Ad averne parlato è stato Steven Bell, il capo economista di Columbia Threadneedle, che ha spiegato come: "I deboli numeri del mercato del lavoro statunitense hanno generato il timore diffuso che gli Stati Uniti si stiano avviando verso la recessione. I dati hanno fatto scattare la "regola di Sahm", un indicatore che si è rivelato accurato nel prevedere le recessioni e la loro tempistica". 
Per intenderci, la regola vuole che se la media trimestrale del tasso di disoccupazione statunitense aumenta dello 0,5% rispetto a quella che è la media trimestrale più bassa dell’anno precedente, inizia una recessione. Sempre sull’argomento si è soffermato Rob Morgan, capo analista degli investimenti di Charles Stanley, che ha spiegato come i dati sui posti di lavoro sono solo un di più a quella che è la preoccupazione economica. E prosegue spiegando: “Anche altri dati sono stati deludenti. Si teme che l'industria manifatturiera si stia indebolendo e che i consumatori statunitensi stiano per toccare gli ammortizzatori di spesa perché hanno esaurito il loro accumulo di risparmi post-Covid".
Ora la domanda che occorre farsi è la seguente: perché in questa situazione legata al crollo dei mercati, sono state coinvolte le criptovalute? E’ bene sapere che i fattori chiave di quelli che sono i cambiamenti del mercato sono il dollaro USA e lo yen giapponese. Per intenderci i trader hanno potuto prendere i prestito lo yen che fino a poco tempo prima era ai minimi e investire in attività denominate in dollari come ad esempio quelli che sono i titoli tecnologici e le obbligazioni statunitensi.
E’ un processo che si conosce come carry trade e che fino a questo venerdì cosi famoso aveva retto, insomma fino a quando il dollaro è poi crollato a causa di quelli che sono i timori per l’economia statunitense. Quindi, da un lato sempre restando in tema di crollo dei mercati, è possibile che si assisterà alla Federal Reserve pronta a tagliare quelli che sono i tassi di interesse in modo più rapido rispetto al previsto. E allo stesso tempo anche la Banca del Giappone ha sottolineato come lo yen ha aumentato quelli che sono  tassi di interesse per la seconda volta nel corso di questo passato anno, un dettaglio che mette sotto pressione il dollaro.
Insomma con il termine crollo del mercato non si fa altro che fare riferimento ad una rapida e delle volte anche inaspettata caduta di quelli che sono i prezzi delle azioni. Per capirci bene, in linea di massima si tratta di un calo che si aggira intorno al 10% di una borsa valori o anche di un indice in un solo giorno o nell’arco di alcuni giorni. Questo crollo del mercato azionario può andare avanti in modo temporaneo con i prezzi che si riprendono dopo giorni o settimane. Oppure può anche essere il segnale di un inizio di un problema ancora più lungo che va avanti per mesi o per anni.
Crollo dei mercati: quali sono le cause e cosa fare per proteggersi?
Quindi, per capirci bene, con il termine crollo dei mercati in genere si fa riferimento ad un mercato toro, che poi indica di fatto i prezzi delle azioni che aumentano per diversi anni, fino al momento in cui gli investitori stessi non fanno altro che chiedersi se i titoli non sono sopravvalutati. Infatti se gli investitori cominciano a vendere le azioni è perché pensano che le quotazioni non rispecchino il vero e che quindi siano di fatto destinate a scendere. Insomma un fenomeno che da il via ad una spirale negativa e quindi anche ad ulteriori cali delle azioni.
Ma non finisce qua, un ruolo fondamentale è quello dei fattori macroeconomici, il crollo dei mercati infatti può essere legato a quello che è l’andamento del tasso di inflazione che in Italia ha raggiunto il massimo da molti anni. Una situazione che ha portato le banche ad aumentare quelli che sono i tassi di interesse per frenare l’aumento dei prezzi. Insomma un vero e proprio impatto negativo che a sua volta può scatenare anche:
Valutazione dei titoli di crescita: quindi con l’aumento dei tassi di interesse riduce le valutazioni dei cosiddetti titoli di crescita. Riduzione della spesa dei consumatori: le aziende possono soffrire di una riduzione della domanda da parte dei consumatori, che hanno meno soldi da spendere se i tassi d’interesse più elevati rendono più onerosi anche gli interessi sui loro debiti. Rendimento relativo dei risparmi: l’aumento dei tassi d’interesse può spingere gli investitori ad abbandonare le azioni per passare a prodotti liquidi.
Adesso che si è capito bene di che cosa si sta parlando e quali potrebbero essere i motivi, la seconda domanda giusta da porsi è la seguente: è il caso di comprare a ribasso? Vendere azioni prima di un crollo e comprarle ad un prezzo più basso potrebbe essere una grande occasione. Ma è bene sapere che per gli investitori professionisti del settore, trovare il momento giusto non è una cosa cosi semplice.
E’ bene sapere che ci sono sempre due decisioni da prendere che sono: quando vendere e quando poi ricomprare. Ad essere intervenuto su questo argomento è stato Russ Mould, direttore della ricerca sugli investimenti di AJ Bell, che poi altro non è che una piattaforma britannica per gli investimenti online. Con il suo intervento ha detto: “Non meno di nove rialzi importanti hanno prodotto un guadagno medio del 23% durante l’ultima grande caduta dei titoli tecnologici ma non hanno fatto altro che esporre chi aveva comprato a un nuovo massacro da parte del mercato orso, con il Nasdaq che è crollato del 78%”.
Il riconoscimento che ad ogni modo va fatto agli investitori è legato al fatto di essere riusciti a mantenere i nervi saldi e anche tenere da parte gli investimenti personali anche nel momento del crollo dei mercati. Stesso discorso vale quando si parla di vendere, è sempre meglio evitare per evitare delle ulteriori perdite. E’ bene sapere che anche se gli investitori riescono a recuperare quella che è una parte delle loro perdite, le stesse non sono mai intere, il rendimento finisce sempre per essere inferiore a quello che si sperava.
“In generale, gli investitori che adottano una visione di lungo termine, piuttosto che cercare di “battere il mercato”, ottengono un buon rendimento medio annuo” spiegano gli esperti. Che poi proseguono dicendo: “Secondo dati della piattaforma di trading online britannica IG, il rendimento medio annuo del FTSE 100 su tutti i possibili periodi di 10 anni (dal 1984 al 2019) è dell’8,4%, il che dimostra il vantaggio di investire su un periodo di 10-20 anni”. Insomma un dettaglio che non va mai preso sotto gamba.
E quindi, per concludere il nostro argomento, la terza domanda è: come fare per proteggersi da un crollo del mercato azionario? Partiamo da un presupposto, chi si intende del settore è abbastanza certo del fatto che ulteriori ribassi sono certi, anzi sono abbastanza inevitabili, considerando anche il clima economico difficile. Infatti nel caso in cui l’inflazione si dovesse rivelare più ostinata del previsto, con una richiesta di tassi di interesse più elevati, si potrebbe arrivare ad una discesa ulteriore dei mercati.
Discorso diverso se l’aumento dei tassi di interesse dovesse portare ad una inflazione sotto controllo, allora potrebbero arrivare anche delle notizie migliori per chi decide di investire. Ad ogni modo, è sempre bene cercare di stare attenti a dei particolari di non poco conto quando ci si trova in questa situazione. Ecco quali sono:
•	Diversificare in più settori e paesi: I prodotti finanziari offrono un portafoglio azionario pronto e già diversificato. E’ di fatto una scelta meno rischiosa rispetto a quello che è l’investimento in singole società. Per intenderci, potere acquistare dei fondi che coprono vari settori geografici riduce e di molto la volatilità e quindi anche il rischio di performance più basse.
•	Diversificare in più asset: Importante parlare di diversificazione anche in attività non azionarie, come ad esempio sono le obbligazioni, immobili e materie prime, non fa altro che proteggere quello che è il portafoglio quando si va incontro ad un crollo dei mercati. Inoltre è anche molto importante scegliere quelli che sono gli investimenti non correlati tra di loro e quindi gli investimenti i cui prezzi non salgono e scendono nello stesso momento.  Cosi facendo, se un investimento perde di valore, è possibile che in qualche modo possa venire compensato dagli altri che hanno mantenuto o magari aumentato il loro valore.  
•	Investire al momento giusto: Ancora, importantissimo è sapere che comprare al ribasso e vendere al rialzo non è cosa facile, specialmente quando i mercati sono volatili o si va incontro ad un crollo imminente. Quindi, il consiglio è quello di potere investire mensilmente invece che in una sola soluzione, con un metodo che gli esperti chiamano: piano di accumulo del capitale. Ovvero si tratta di potere investire un determinato importo a scadenze regolari, cosi che gli investitori possono pagare il prezzo medio per l’intero periodo. 
•	Investire in fondi total return: Per finire, con questa tipologia di fondi, sempre restando in tema di crollo dei mercati, si va verso alla garanzia di una determinata crescita del capitale e questo nel momento in cui il mercato è in rialzo, cosi da riuscire a proteggere il valore degli investimenti quando è in calo. Quello che li differenzia dai fondi absolute return è il fatto che con questi si possano ottenere dei rendimenti positivi in qualsiasi tipologia di mercato. Per intenderci questi fondi sono classificati in base a quella che è la percentuale di investimenti nel mercato azionario e quindi dallo 0 al 35%, dal 20 al 60% e dal 40 all’85%.
Insomma, si tratta di un argomento davvero particolare e di cui fin troppo spesso di trova a parlare. E bene sapere che un cambiamento del mercato potrebbe avere degli effetti di non poco conto non solo sugli investimenti, ma anche sulla vita degli investitori, che in poco tempo potrebbero trovarsi a perdere anche la maggior parte del loro capitale investito. E’ sempre consigliabile per questo motivo, essere bene a conoscenza di quelli che sono i rischi.
Crollo dei mercati: cosa fare per potersi proteggere

Quindi, per capirci bene, con il termine crollo dei mercati in genere si fa riferimento ad un mercato toro, che poi indica di fatto i prezzi delle azioni che aumentano per diversi anni, fino al momento in cui gli investitori stessi non fanno altro che chiedersi se i titoli non sono sopravvalutati. Infatti se gli investitori cominciano a vendere le azioni è perché pensano che le quotazioni non rispecchino il vero e che quindi siano di fatto destinate a scendere. Insomma un fenomeno che da il via ad una spirale negativa e quindi anche ad ulteriori cali delle azioni.

Ma non finisce qua, un ruolo fondamentale è quello dei fattori macroeconomici, il crollo dei mercati infatti può essere legato a quello che è l’andamento del tasso di inflazione che in Italia ha raggiunto il massimo da molti anni. Una situazione che ha portato le banche ad aumentare quelli che sono i tassi di interesse per frenare l’aumento dei prezzi. Insomma un vero e proprio impatto negativo che a sua volta può scatenare anche:

Valutazione dei titoli di crescita: quindi con l’aumento dei tassi di interesse riduce le valutazioni dei cosiddetti titoli di crescita. Riduzione della spesa dei consumatori: le aziende possono soffrire di una riduzione della domanda da parte dei consumatori, che hanno meno soldi da spendere se i tassi d’interesse più elevati rendono più onerosi anche gli interessi sui loro debiti. Rendimento relativo dei risparmi: l’aumento dei tassi d’interesse può spingere gli investitori ad abbandonare le azioni per passare a prodotti liquidi.

Adesso che si è capito bene di che cosa si sta parlando e quali potrebbero essere i motivi, la seconda domanda giusta da porsi è la seguente: è il caso di comprare a ribasso? Vendere azioni prima di un crollo e comprarle ad un prezzo più basso potrebbe essere una grande occasione. Ma è bene sapere che per gli investitori professionisti del settore, trovare il momento giusto non è una cosa cosi semplice.

E’ bene sapere che ci sono sempre due decisioni da prendere che sono: quando vendere e quando poi ricomprare. Ad essere intervenuto su questo argomento è stato Russ Mould, direttore della ricerca sugli investimenti di AJ Bell, che poi altro non è che una piattaforma britannica per gli investimenti online. Con il suo intervento ha detto: “Non meno di nove rialzi importanti hanno prodotto un guadagno medio del 23% durante l’ultima grande caduta dei titoli tecnologici ma non hanno fatto altro che esporre chi aveva comprato a un nuovo massacro da parte del mercato orso, con il Nasdaq che è crollato del 78%”.

Il riconoscimento che ad ogni modo va fatto agli investitori è legato al fatto di essere riusciti a mantenere i nervi saldi e anche tenere da parte gli investimenti personali anche nel momento del crollo dei mercati. Stesso discorso vale quando si parla di vendere, è sempre meglio evitare per evitare delle ulteriori perdite. E’ bene sapere che anche se gli investitori riescono a recuperare quella che è una parte delle loro perdite, le stesse non sono mai intere, il rendimento finisce sempre per essere inferiore a quello che si sperava.

“In generale, gli investitori che adottano una visione di lungo termine, piuttosto che cercare di “battere il mercato”, ottengono un buon rendimento medio annuo” spiegano gli esperti. Che poi proseguono dicendo: “Secondo dati della piattaforma di trading online britannica IG, il rendimento medio annuo del FTSE 100 su tutti i possibili periodi di 10 anni (dal 1984 al 2019) è dell’8,4%, il che dimostra il vantaggio di investire su un periodo di 10-20 anni”. Insomma un dettaglio che non va mai preso sotto gamba.

E quindi, per concludere il nostro argomento, la terza domanda è: come fare per proteggersi da un crollo del mercato azionario? Partiamo da un presupposto, chi si intende del settore è abbastanza certo del fatto che ulteriori ribassi sono certi, anzi sono abbastanza inevitabili, considerando anche il clima economico difficile. Infatti nel caso in cui l’inflazione si dovesse rivelare più ostinata del previsto, con una richiesta di tassi di interesse più elevati, si potrebbe arrivare ad una discesa ulteriore dei mercati.

Discorso diverso se l’aumento dei tassi di interesse dovesse portare ad una inflazione sotto controllo, allora potrebbero arrivare anche delle notizie migliori per chi decide di investire. Ad ogni modo, è sempre bene cercare di stare attenti a dei particolari di non poco conto quando ci si trova in questa situazione. Ecco quali sono:

  • Diversificare in più settori e paesi: I prodotti finanziari offrono un portafoglio azionario pronto e già diversificato. E’ di fatto una scelta meno rischiosa rispetto a quello che è l’investimento in singole società. Per intenderci, potere acquistare dei fondi che coprono vari settori geografici riduce e di molto la volatilità e quindi anche il rischio di performance più basse.
  • Diversificare in più asset: Importante parlare di diversificazione anche in attività non azionarie, come ad esempio sono le obbligazioni, immobili e materie prime, non fa altro che proteggere quello che è il portafoglio quando si va incontro ad un crollo dei mercati. Inoltre è anche molto importante scegliere quelli che sono gli investimenti non correlati tra di loro e quindi gli investimenti i cui prezzi non salgono e scendono nello stesso momento. Cosi facendo, se un investimento perde di valore, è possibile che in qualche modo possa venire compensato dagli altri che hanno mantenuto o magari aumentato il loro valore.
  • Investire al momento giusto: Ancora, importantissimo è sapere che comprare al ribasso e vendere al rialzo non è cosa facile, specialmente quando i mercati sono volatili o si va incontro ad un crollo imminente. Quindi, il consiglio è quello di potere investire mensilmente invece che in una sola soluzione, con un metodo che gli esperti chiamano: piano di accumulo del capitale. Ovvero si tratta di potere investire un determinato importo a scadenze regolari, cosi che gli investitori possono pagare il prezzo medio per l’intero periodo.
  • Investire in fondi total return: Per finire, con questa tipologia di fondi, sempre restando in tema di crollo dei mercati, si va verso alla garanzia di una determinata crescita del capitale e questo nel momento in cui il mercato è in rialzo, cosi da riuscire a proteggere il valore degli investimenti quando è in calo. Quello che li differenzia dai fondi absolute return è il fatto che con questi si possano ottenere dei rendimenti positivi in qualsiasi tipologia di mercato. Per intenderci questi fondi sono classificati in base a quella che è la percentuale di investimenti nel mercato azionario e quindi dallo 0 al 35%, dal 20 al 60% e dal 40 all’85%.

Insomma, si tratta di un argomento davvero particolare e di cui fin troppo spesso di trova a parlare. E bene sapere che un cambiamento del mercato potrebbe avere degli effetti di non poco conto non solo sugli investimenti, ma anche sulla vita degli investitori, che in poco tempo potrebbero trovarsi a perdere anche la maggior parte del loro capitale investito. E’ sempre consigliabile per questo motivo, essere bene a conoscenza di quelli che sono i rischi.

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Argia Renda
Sono giornalista pubblicista dal 2019, ma la mia passione per il mondo della scrittura e del giornalismo nasce fin da quando ero bambina. Collaboro con testate giornalistiche online fin da quando ancora ero una semplice studentessa di Liceo. Una passione che mi ha sempre accompagnato e che ho ancora oggi la fortuna di potere chiamare lavoro. Sono una persona risoluta, positiva, capace di gestire situazioni di stress e abituata a lavorare in squadra, anche se da anni il mio lavoro è stare davanti ad un computer per molte ore. Adoro scrivere su diversi e svariati argomenti, negli anni ho toccato davvero tanti colori di cronaca. Sono soprattutto una persona curiosa, desiderosa di migliorare, imparare, innovare e sperimentare.